La candeggina disinfetta? Quando e dove usarla (e quando no)

La candeggina disinfetta
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È una domanda che sentiamo spesso, soprattutto quando si parla di pulizie domestiche o di ambienti comuni commerciali, industriali e sportivi. C’è ancora molta confusione tra il potere sbiancante della candeggina e la sua reale efficacia come disinfettante, quindi cerchiamo di fare chiarezza. In molti la conoscono anche come varechina – nome particolarmente diffuso in Toscana – ma la sostanza è sempre la stessa: un liquido dall’odore pungente, dal colore trasparente o lievemente giallognolo, che promette pulizia profonda. Ma è davvero così?

Come specialisti nelle pulizie civili e nei trattamenti professionali dei pavimenti a Firenze e provincia, vogliamo chiarire che sì, la candeggina può disinfettare, ma solo se utilizzata nel modo corretto e nei contesti giusti. In questo articolo ti spiegheremo quando la candeggina funziona come disinfettante, dove conviene usarla e in quali casi è meglio evitarla. Scopri tutto quello che c’è da sapere sulla candeggina come disinfettante, con consigli pratici e professionali per una pulizia davvero efficace.

 

La candeggina disinfetta davvero? Facciamo chiarezza

Quando si parla di disinfezione, la candeggina è uno dei primi prodotti che ci vengono in mente. Ma la candeggina disinfetta davvero o si limita a sbiancare le superfici?

La candeggina è una soluzione a base di ipoclorito di sodio, una sostanza chimica capace di distruggere virus, batteri, muffe e funghi. È quindi, a tutti gli effetti, un disinfettante potente… ma solo se usata nel modo corretto. Ricordiamoci infatti che pulire è diverso da disinfettare! Uno dei fraintendimenti più comuni infatti riguarda la differenza tra pulizia e disinfezione:

  • Pulire significa rimuovere lo sporco visibile (polvere, grasso, residui organici).
  • Disinfettare significa eliminare i microrganismi potenzialmente patogeni da una superficie.

La candeggina agisce su entrambi i fronti, ma il suo effetto disinfettante si attiva solo in certe condizioni:

  • Deve essere sufficientemente concentrata (almeno 0,1% di ipoclorito attivo per uso generale, 0,5% per aree ad alto rischio).
  • Deve restare sulla superficie per almeno 5-10 minuti.
  • La superficie deve essere pulita in precedenza, altrimenti lo sporco ne riduce l’efficacia.

 

Non tutta la candeggina è uguale

Non tutti sanno che esistono diversi tipi di candeggina che possiamo acquistare: alcune versioni, pensate per il bucato o per usi domestici generici, contengono profumazioni o additivi che possono alterarne la funzione disinfettante. Per questo è importante leggere bene l’etichetta e scegliere una candeggina disinfettante certificata, soprattutto quando si intende utilizzarla in ambienti sanitari o molto frequentati. Quindi dobbiamo stare attenti e utilizzare la candeggina giusta per il nostro obiettivo, altrimenti rischiamo solo di “coprire” lo sporco con un odore pungente e magari danneggiare superfici delicate.

 

Dove (e come) usare la candeggina per disinfettare

Usare la candeggina come disinfettante è una soluzione efficace, ma non universale. Capire quando utilizzarla – e quando invece è sconsigliata – è importante per ottenere risultati concreti e duraturi, senza rischi inutili per superfici, materiali o persone. Vediamo allora gli usi e gli ambienti dove la candeggina è efficace.

La candeggina è particolarmente utile per disinfettare superfici ad alto rischio microbiologico o dove l’igiene è una priorità. Alcuni esempi:

  • Bagni: sanitari, piastrelle, rubinetteria.
  • Cucina e piani di lavoro.
  • Cucce, lettiere e superfici dove soggiornano animali domestici.
  • Pavimenti di ambienti comuni (atrî, scale condominiali, spogliatoi).
  • Punti di contatto frequente: maniglie, interruttori, corrimano – qui parliamo di come pulire gli infissi in PVC.
  • Ambienti con casi conclamati di contaminazione batterica o virale.

In tutti questi contesti, la candeggina disinfettante è efficace solo se si seguono correttamente le indicazioni di diluizione e di tempo di contatto. In genere, per una disinfezione domestica, si consiglia una soluzione allo 0,1% (20 ml di candeggina al 5% in un litro d’acqua). Per ambienti a rischio elevato, la concentrazione può salire fino allo 0,5%.

 

Dove evitare la candeggina? Nonostante l’efficacia, la candeggina non è adatta a tutte le superfici, usarla nei contesti sbagliati può causare più danni che benefici. Ecco alcuni esempi:

Inoltre, è fondamentale non mescolare mai la candeggina con altri detergenti, in particolare ammoniaca o acidi (come l’anticalcare), perché possono generare reazioni chimiche pericolose.

 

Quando conviene un intervento professionale

Ci sono situazioni in cui disinfettare con la candeggina non basta. In ambienti ampi, molto frequentati o con specifiche esigenze igieniche (studi medici, palestre, scuole, uffici), è consigliabile affidarsi a un’impresa specializzata in sanificazioni. Cormorano Service, con sede a Firenze e operante in tutta la Toscana, è attiva da anni nel settore delle pulizie civili e disinfezione professionale, utilizzando prodotti certificati e macchinari che garantiscono un’igiene profonda, sicura e duratura, anche senza ricorrere necessariamente alla candeggina. Contattaci per saperne di più!